Differente dal classico calibro a corsoio (o calibro Vernier) che tutti siamo abituati a vedere, è il micrometro, altrimenti noto come calibro di Palmer. Questo secondo strumento, nato nel XVII come miglioramento del primo, consente di misurare lunghezze garantendo una precisione che può raggiungere il milionesimo di metro (ossia il millesimo di millimetro).
Ciò che lo distingue dal suo predecessore a corsoio, però, non è solo la maggiore precisione, ma anche la maggiore facilità d'uso, pur basandosi su di un principio praticamente simile. Entrambi i calibri funzionano infatti posando l'oggetto all'interno di una 'morsa' che, senza esercitare pressione sulle pareti, consente una lettura veloce e precisa della lunghezza. Il principio di funzione del micrometro si basa sull'avanzamento di una vite lungo un cilindro fisso contro il quale spinge un secondo cilindro mobile. Le scale su cui è possibile leggere i risultati della misurazione sono due: la prima, solidale alla vite, consente di rilevare le frazioni di passo della vite; la seconda, solidale al cilindro fisso, consente una lettura macroscopica, ossia permette di determinare i multipli di passo della vite.
In fine, elementi assai importanti per una buona misurazione, sono le frizioni che limitano la forza applicabile alla vite: le notevoli forze di compressione che si potrebbero manifestare nel corso del serraggio di un dispositivo a vite, infatti, potrebbero portare a danneggiamenti dell'oggetto da misurare, dello strumento di misurazione e dunque ad una rilevazione inesatta; per evitare tutto questo sono stati posti dei 'freni' per limitare la forza applicabile.
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